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giovedì 5 novembre 2020 19:30

PER IL LOBO D'ORO: un poeta tirato per le orecchie

serata a cura di Amos Mattio

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Lo scrittore Roberto Barbolini presenta "Per il Lobo d'Oro", un racconto autobiografico di Tomaso Kemeny che copre quaranta anni, dall'anno di nascita a Budapest(\1938) fino al 1978 a Milano. Include l'incontro con André Breton e le esperienze d'avanguardia dell'autore che interverrà alla serata.

Per il Lobo D'Oro è l'autobiografia (semiseria) di un nume tutelare della poesia contemporanea, Tomaso Kemeny (Tamàs Làszlo Sàndor), uscita dopo il lockdown per i tipi di Effigie editore (pp. 136, euro 12). Il libro copre quarant'anni del Novecento, dal 1938, anno di nascita dell'autore, a Budapest, fino al 1978 a Milano. Un'opera che per ovvie ragioni, come tante altre uscite nel periodo primaverile di isolamento, è passata un po' in sordina. 

 

"Siamo sempre sul ring.

La Poesia è pronta al combattimento.

Sta per suonare il gong".

 

Il libro: dalla morte del padre sul fronte russo comincia il fil rouge della trama. Nel 1947 Kemeny viene adottato dal patrigno e nel 1948 la famiglia fugge dall’Ungheria per non venire deportata. L’avventura esistenziale vede l’autore divenire pugile, peso medio negli Stati uniti sul ring di Chicago. Segue l’incontro con André Breton e i surrealisti nella Parigi degli anni Cinquanta e le esperienze d’avanguardia nella Milano degli anni Settanta. Ci sono poi tutto l'amore per la poesia, le esperienze legate all'avventura della traduzione, il movimentismo, il mitomodernismo, le mille lotte e i labirinti di libertà percorsi e costruiti da un intellettuale, poeta nostro contemporaneo che merita di essere conosciuto e approfondito.   

 

Tomaso Kemeny (Budapest 1938), vive a Milano dal 1948. In qualità di anglista, professore cattedratico presso l’Università di Pavia, ha scritto libri, saggi e articoli sull’opera di Ch. Marlowe, S.T. Coleridge, P.B. Shelley, Lord Byron, Lewis Carroll, Dylan Thomas, James Joyce e Ezra Pound. Ha pubblicato undici libri di poesia tra cui Il guanto del sicario (1976), Il libro dell’Angelo (1991), La Transilvania liberata (2005), Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (2012), 107 incontri con la prosa e la poesia (2014), Boomerang (2018). Ha scritto libri di poetica come L’arte di non morire (2000) e Dialogo sulla poesia (con Fulvio Papi, 1997); il romanzo Don Giovanni innamorato (1993); il testo drammatico La conquista della scena e del mondo (1996). Con Cesare Viviani ha organizzato i seminari sulla poesia degli anni Settanta presso il Club Turati di Milano (1978-79). È tra i fondatori del movimento internazionale mitomodernista (1994) e del movimento “Poetry and Discovery” (2016), nonché della Casa della poesia di Milano (2006). Tra i pubblici riconoscimenti: il “Premio speciale per la traduzione Giuseppe Acerbi” (2006), il “Montale fuori mura” alla carriera (2015) e il “Premio Genesi” per la carriera (2019)  

 

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