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martedì 16 settembre 2014

Tomaso Kemeny :Invito ad una, a due, a un numero indefinibile di azioni mitomoderniste.

Tomaso Kemeny :Invito ad una, a due, a un numero indefinibile di azioni mitomoderniste.

 

Il perché” delle azioni

 

   Si tratta di sfidare la profonda stanchezza dovuta anche all'eclissi delle fondamentali attese utopiche dettate dalle esigenze eroiche dell'essere umano che fin dalle origini mitiche (da quando Prometeo s'immolò per concederci “il fuoco”) ha teso al superamento delle condizioni naturali e storiche date.

   Sarebbe pretestuoso, nonché ignobile, addebitare totalmente la spossatezza spiritual – culturale alle nostre società e governanti, allo sconfinato Impero del Brutto, consolidato dai demoni della corruzione e dell'ingiustizia sociale in cui ci troviamo a vivere, poiché ognuno di noi, invece, è responsabile della rinuncia a una vita vissuta all'altezza delle possibilità umane lasciandoci arruolare nella schiera dei “morti-viventi”.

   Contro ogni forma di cinico buonsenso e ragionevolezza, l'invito a partecipare a una o più azioni mitomoderniste riguarda solo coloro che aspirano a un comportamento conflittuale con le relazioni proposte – imposte dall'utile immediato e quindi, dalla “realtà” governata dall'Impero del Brutto, riguarda solo coloro che sono pronti a contribuire alla nascita simbolica di un mondo da costruire, fondato sull'ineludibile esigenza di una mitica e nuova bellezza, sul bisogno di un mondo di giustizia indispensabile alla sopravvivenza della dignità umana in un contesto futuro, prevedibilmente determinato dal primato delle tecnologie. Le azioni simboliche si rendono necessarie perché il primato delle tecnologie non forgi un'epoca post-umana, in cui tutto abbia un prezzo e nulla

abbia un valore.

 

 

La bellezza come promessa di un futuro auspicabile

 

   La bellezza è il valore sostanziale per vivere in sintonia con la vita, con il luogo di residenza, con il proprio paese, con la terra madre e con il cosmo.

E' la bellezza a reclamare la rivolta contro coloro che ledono la dignità umana, è la bellezza a permettere di distinguere senza esitazioni tra il bene e il male, tra il giusto e l'iniquo. E' la bellezza a reclamare le tecnologie al servizio dell'umanità, è la bellezza che spinge a lottare contro coloro che spingono il mondo ad affondare nel “trash”. E come dice bene Giuseppe Conte “esiste una bellezza cercata dall' amore. E' la bellezza metafisica. La più alta. E' la bellezza che mette insieme Dante e Sohravardi, pensatori neoplatonici e pensatori sufi, Krishna e Cristo, Zen e cattolicesimo, Henry Miller e Benedetto XVI, e non sembri blasfemo l'accostamento.” (Cf. Giuseppe Conte, in Ch ha paura della bellezza, a cura di Tomaso Kemeny, Arcipelago Edizioni, Milano, 2010, p.19)

 

Contro l'incenerimento del futuro.

 

    Come una nube tossica è scesa sull'Italia e sull'Europa azzerando nei cittadini la speranza di un futuro auspicabile. Pare tramontato lo “sviluppo” garantito dal patronato del Progresso, della Ragione, della Rivoluzione e della Provvidenza.

Lo straordinario spirito critico elaborato dalla civiltà europea pare degradarsi in forme di scetticismo che escludono l'idea di un futuro all'altezza delle defunte utopie. E così l'autocritica esitante spinge i mentalmente meno provveduti, incapaci a sostenere il presente problematico,  ad abbracciare forme raccapriccianti di certezza fanatica.

 

 

Oh, Europa

 

 

    Chi vi invita all'azione è di etnia magiara, quasi da sempre vive a Milano, scrive e sogna in italiano, vorrebbe sentirsi “cittadino del mondo”, ma in verità si sente premurosamente europeo. Anni fa scrissi in Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (Jaca Book, Milano, 2012) questi versi d'amore per il momento tradito:

                                 

Europa

 

Europa, la tua figlia preziosa

come la vita, la bellezza

dai mille volti

viene prostituita, allo sventolare

delle bandiere.

 

“Liberté, égalité, fraternité”

si vendono al supermercato

delle chimere.

 

   Il sogno di un' Europa veramente unita per un futuro da costruire è avversata non solo da note tendenze separatiste, ma anche dal mito globalizzato della “crescita” a tutti i costi, cosa che minaccia la graduale distruzione della stessa vita sul pianeta, mentre la cieca competizione tra individui, gruppi d'interesse e paesi oscura la necessaria solidarietà di specie. Se la dura e inesorabile legge del profitto separa i vari paesi più dei confini definiti storicamente, li può utopicamente unire il sublime dettato di Friedrich Schiller quando canta “Riunificare il mondo sotto le bandiere della verità e della bellezza...”.

   La poesia germogliata dalla civiltà europea in 28 lingue è l'energia pulita che può affratellare i popoli nei meandri azzurri di un sogno. Sia la poesia multilingue a evocare la Patria comune nell'animo dei popoli europei in fermento, alla ricerca di se stessi perché un giorno non debbano sopravvivere a se stessi, dopo il degrado insostenibile della propria identità.

 

 

Da Santa Croce (1 ottobre 1994) all'Europa (2014 -2015)

 

   Già nel 1979 Giuseppe Conte profetizzò un futuro in cui la poesia saprà irraggiare il mondo “dello splendore dell'utopia nella carne del linguaggio...Sapremo che l'energia è la gioia e che il sogno è nella carne; lavoreremo nel fluire delle metafore e delle visioni...la poesia inaugurerà il ritmo di danza delle cose uguali all'uomo e dell'uomo eguale delle cose, nell'armonia ritrovata tra la parola e la forza di dono del sole” (Cf. Giuseppe Conte, in Il movimento della poesia negli anni '70, a cura di Tomaso Kemeny e Cesare Viviani, Bari, Dedali libri, 1979, pp.107 -109).

   Per quanto mi riguarda la bellezza è sempre stata il respiro della mia vita. Alla morte di André Breton scrissi il poemetto 28 settembre 1966 (incluso in Poesia degli anni settanta, a cura di Antonio Porta, Prefazione di Enzo Siciliano,Milano, Feltrinelli, 1979), concludendo il testo con il distico “...quando coloro che fanno professione rivoluzionaria/ sapranno salutare la bellezza.” (ibid, p.600). E poi nel 1982 scrissi “ Il rigore del sapere, senza la raffigurazione della bellezza nell'oggetto e nel soggetto del sapere, non è che un brancolare disperato verso il nulla...La bellezza deflagra come appetito di impossibile e di assoluta perfezione, anche se porta le cicatrici del tempo, storicamente marcato, dell'elaborazione”. (Tomaso Kemeny, “Residui d'esperienza: il concetto di bellezza” in L'altro versante, rivista di poetica e di poesia, n.2,Rimini, dicembre 1982, p.82).

   Ma fu Stefano Zecchi, col suo libro La bellezza (Bollati Boringhieri, Torino, 1990) a conferire solidità teorica alla “bellezza vivente”, ribellandosi alla sua emarginazione dai processi di formazione sociale e dalle pratiche artistico-letterarie che hanno finito, nel '900,  per disgregare il linguaggio mitico simbolico, il solo in grado di metterci in sintonia col mondo della vita.

   Per Zecchi la bellezza, come forma del sapere, contrasta nel modo più radicale la malattia spirituale del nostro tempo , malattia che porta il nome di “nihilismo”.

    Giuseppe Conte in molti scritti (tra gli altri Il passaggio di Ermes: riflessioni sul mito, Firenze, Ponte delle Grazie, 1999) riscopre il mito rivalutandolo. Il mito nelle sue parole non è più un fossile di un remoto passato ma energia spirituale che attraversa il presente spalancando le porte del domani, consentendo all'uomo di recuperare anche le sue perdute origini, la divinità della natura, la spinta eroica dell'anima.

   Chicca Morone, nel 1994, fonda l'associazione Il mondo delle idee con la finalità di recuperare valori arcaici secondo pratiche atte ad  arricchire la civiltà contemporanea.

   Massimo A.Maggiari ha ideato nel 2000 un evento a Charleston (South Carolina, Stati Uniti) che ha messo in rilievo le forze sciamaniche insite nel mitomodenismo (Cf. The Wares of Hermes, ed. M.A.Maggiari, Chapel Hill, 2000).

    Angelo Tonelli ha organizzato numerose azioni a Lerici, Golfo dei Poeti, e Tellaro arricchendo l'aspetto rituale e sapienziale e l'impegno civile del mitomodernismo, dando origine al ritomodernismo (tra le molte pubblicazioni a cura di Angelo Tonelli Altramarea, poesia come cosa viva, Campanotto, Pasian di Prato, 2006).

   Le radici europee del mitomodernismo sono state messe in rilievo nell'evento  organizzato da Antonio Staude nella “Notte Mitomodernista” a Heidelberg (Matrix, Pop Verlag, Ludwigsburg, 2007).

   Presso la Casa della Poesia, nella Palazzina Liberty a Milano, nel dicembre  2008, ho organizzato Le avventure della bellezza. Percorsi e illuminazioni (Cf. Arcipelago Edizioni, Milano 2008) e nell' ottobre 2010 Chi ha pauta della bellezza? (Cf. Arcipelago Edizioni, 2010).

    Adele Desideri, nel novembre 2013, ha ideato il convegno Etica e Bellezza sotto l'egida dell' Internazionale P.E.N., a Lugano, nella Svizzera Italiana (Cf. Etica e Bellezza, Atti del Convegno, a cura di Adele Desideri e Gilberto Isella in collaborazione con Università della Svizzera Italiana, con prefazione di Franca Tiberto,  Quaderni del P.E.N., Rimini, Guaraldi, 2014.)

   Per iniziativa generosa di Paola Pennecchi, il 21 giugno del 2014 il solstizio d'estate è stato, con rituale mitomodernista, celebrato a San Rocco di Camogli.

   A cent'anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a 75 anni dall'inizio della seconda e a 25 anni dalla caduta  del muro di Berlino, viene in mente che vent'anni fa, il 1° ottobre 1994, un comando libertario di poeti e artisti liguri guidati da Giuseppe Conte e uno lombardo da me capitanato, nonché poeti,e artisti volontari giunti da ogni parte d'Italia, hanno occupato simbolicamente Santa Croce designando Firenze a sede del rinnovamento d'Italia secondo i criteri della bellezza (spero che l'azione contestualizzata si connoti col tempo come profetica).

   Nell'animo degli occupanti risuonava una proposta del manifesto mitomodernista di Giuseppe Conte e Stefano Zecchi “Facciamo dell'arte azione, la sua forma visibile sia la bellezza” (Cf. Il giornale, 10 agosto 1994) e il mio desiderio di “Azzerare la corrotta vecchiaia del mondo” (Cf. produzione& cultura,rivista bimestrale del sindacato scrittori, maggio-agosto,1994) L'azione dimostrativa ebbe la finalità di promuovere ritualmente la rinascita morale, estetica e politico-economica dell'Italia e si concluse davanti alla tomba di Ugo Foscolo con la lettura corale dei suoi versi di tale mitica potenza da vivere “...finché il sole/ risplenderà sulle sciagure umane.”

   Mi pare inevitabile ricordare l'azione tracciata sulle mappe del mito vivente dai “mille” che occuparono “il colle dell'infinito” a Recanati il 17 marzo del 2011, a cent'anni dalla nascita dell'Italia unita. Le mille adesioni furono segnalate in anticipo  con cartoline a me inviate che vennero esposte preso “Eroici Furori Arte Contemporanea” di Silvia Agliotti (via Melzo 30, Milano) dal 14 al 21 febbraio del 2011. L'azione, a Recanati, culminò con la lettura corale, sul “colle dell'infinito” della canzone All'Italia, di Giaccomo Leopardi e documentata nel libri intitolato Recanati: L'Italia unita nella bellezza, 17 marzo 1861 17 marzo 2011 ( a cura di Tomaso Kemeny, Arcipelago Edizioni, Milano, 2011). Nella data significativa i “mille” evocarono l'amata Italia divisa per partiti, regioni, contrapposta per consorterie, per mafie in competizione sanguinaria, per massonerie, accorpamenti di tutti i tipi pronti tutti a oscurare il merito in favore del “do ut des”, ma unita, invece, nella bellezza creata dai suoi poeti, musicisti, artisti, architetti, in armonia con la bellezza dei suoi paesaggi pur minacciati, oggi, dall'inquinamento e dalla speculazione edilizia.

   A vent'anni da Santa Croce, mi pare impossibile  non proporre a tutti i mitomodernisti un'azione simbolica, o più azioni, per l'unificazione dell'Europa nella bellezza.  Se gli interessi immediati  dividono individui e collettività, la ricerca della bellezza risulta innegabilmente comune a tutta l'umanità!

 

Concludo con tre distici che concludono la poesia “La Bellezza” di Giuseppe Conte (in Leavventure della Bellezza, 1988 2008, a cura di Tomaso Kemeny, Arcipelago Edizioni, Milano, 2008, p. 144):

 

La bellezza è lo spirito di rivolta

perché la Madre Terra domani non ci sia tolta

 

La bellezza è la pioggia, il volo delle api, la foresta

l'onda, la pietra delle cattedrali, questa

 

festa che si può celebrare anche in mezzo alle rovine.

Bellezza dell'Europa, ti voglio sino alla fine.

 

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Chi dopo la lettura di queste righe desideri partecipare a un'azione mitomodernista è invitato a comunicare la sua adesione preferibilmente per lettera (Indirizzo: Tomaso Kemeny, viale Romagna 51, 20133 Milano) o via e-mail (kemeny@libero.it). Saluti calorosi “Fight for beauty!” P.S.  Le adesioni sono attese prima della fine dell'ottobre 2014. Grazie.